03
feb

Il vicepresidente del Consiglio comunale Giampiero Avruscio si č dimesso dagli incarichi di responsabile della Medicina specialistica e dell’Unitą operativa semplice del servizio e del day hospital di angiologia. Con una lettera inviata al direttore dell’Usl 16 Urbano Brazzale, e dopo un consulto con il segretario generale del Comune, l’angiologo-politico ha comunicato l’intenzione di tornare ad essere un “soldato semplice” in ottemperanza alla legge 39 del 2013 secondo cui «gli incarichi dirigenziali, interni e esterni, nelle pubbliche amministrazioni e negli enti pubblici di livello sia regionale che provinciale o comunale, sono incompatibili con la carica di componente del consiglio/ giunta di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti avente la medesima popolazione della medesima regione o parte di essa».
Un’accelerazione rispetto ai tempi visto che l’incarico di Medicina specialistica č recentemente stato assegnato dopo un concorso cui Avruscio non ha partecipato, mentre l’Unitą operativa semplice del servizio e day hospital di Angiologia č stata eliminata dalle nuove schede ospedaliere.
Avruscio ha preso la sua decisione, malgrado sulla questione ci sia ancora molta confusione (un’interpretazione č infatti che la normativa entri in vigore con le nuove nomine). L’angiologo tuttavia non ha voluto fare finta di niente attendendo eventuali notifiche. Il problema, semmai, tornerą a proporsi quando ad Avruscio verrą affidato l’incarico di direttore del servizio di Angiologia dell’Azienda Ospedaliera anche se i tempi (il concorso che ha vinto č stato bandito nel 2011) e la possibilitą per il dg di scegliere comunque tra i primi tre classificati, non danno ancora certezze: «Sapendo dell’esistenza dell’incompatibilitą non mi sembrava giusto continuare come se nulla fosse» sostiene Avruscio che, per il momento, prosegue sulla strada della politica, in attesa che in Azienda l’iter arrivi a compimento. A breve dovrebbero partire anche le lettere con cui i manager delle due aziende sanitarie chiedono ai dirigenti medici di scegliere la loro posizione.
Ma appare evidente fin d’ora che nel comparto pubblico, non solo ospedaliero, siano molti i politici che dovranno scegliere se abdicare.