Padova negli anni 70 testimone dei primi omicidi delle BR, del rapimento Dozier, gambizzazioni, attentati, pestaggi, occupazioni ed espropri proletari … Padova ancora oggi epicentro dell’eversione, testimone di una storia che forse vuole minimizzare. Padova testimone colpevole! Colpevole quando tace, colpevole perché tace.
Padova parla invece al mondo con uno dei suoi cittadini e professori universitari più ricercati, prima dalla polizia e ora dalla Cultura: il prof. Toni Negri, teorico della violenza come strumento politico, autore di molte opere-guida degli intellettuali post sessantottini, uscito di galera per il voto radicale, poi pagando il suo debito con la giustizia, autodefinitosi esiliato dalla Giustizia di uno Stato imperialista… ma che gli paga anche una lauta pensione.
Padova parla con il forzato annullamento della nomina ministeriale a Susanna Ronconi. Non per le proteste dell’opposizione, non per le polemiche interne alla maggioranza, ma solo per l’esposto in Procura della Repubblica da parte del figlio di Mazzola contro il Ministro Ferrero. Un ministro della Repubblica dà un incarico alla brigatista corresponsabile dell’omicidio di Mazzola e Giralucci, senza sapere che per una legge della Repubblica non poteva? E il ministro è ancora là , sempre ministro della Repubblica.
Padova parla con il diniego di un condominio di via Zabarella all’apposizione di una targa in memoria di Mazzola e Giralucci, vittime delle BR.
Padova parla con l’opposizione del Comune ad una targa per ricordare Vittorio Petiti, vittima e simbolo innocente della degenerazione di una manifestazione democratica: un tranquillo signore padovano pensionato travolto da una contestazione violenta e non autorizzata.
Ma dove sono gli illuminati della Ragione? Dove le forze vive della Cultura? Dove le penne accorate degli scrittori? Dove le opinioni dei cattedratici del Pensiero? Dove si nascondono gli intellettuali?
Padova è colpevole quando si gira dall’altra parte, quando i suoi figli migliori tacciono!
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mar