«àˆ stato uno degli artefici della morte di mio padre. La magistratura, le infiltrazioni del governo, i giudici, stanno facendo di tutto per tutelare gli ex terroristi. Amarilli Caprio è agli arresti domiciliari nel castello dello zio, Curcio può girare nelle università , come Franceschini, che in tv racconta della strage di Aldo Moro. Sono innumerevoli i casi di ex terroristi che stanno scrivendo libri, loro sono in auge, invece le vittime del terrorismo non sono inserite neanche nei finanziamenti della prossima Finanziaria». àˆ con queste parole che Bruno Berardi, figlio del maresciallo Rosario Berardi, commenta l’arresto di Cristoforo Piancone che partecipò all’omicidio del maresciallo Berardi, condannato all’ ergastolo per 6 omicidi e due tentati omicidi, mai pentito e con 3 ergastoli ancora da scontare ma che godeva del regime di semibertà . «Siamo in un periodo in cui i “compagni di merende” – continua il figlio del maresciallo vittima delle Br – sono arrivati al governo, si sono dati da fare per arrivare nelle stanze del potere. La Baraldini è invitata nei migliori salotti nazionali, e invece noi siamo trattati come la servitù più emarginata». «Questi sono dati di fatto – osserva Berardi – perchè io ho dovuto fare manifestazioni per far valere i diritti delle vittime del terrorismo. Loro viaggiano in prima classe mentre noi siamo fermi su un binario morto. La cosa che mi spiace di più è che ci prendono in giro: la solidarietà alle vittime è solo con le parole, parole che non costano niente. Loro hanno la strada da seguire per non andare contro l’opinione pubblica». «Abbiamo fatto più di una volta denunce contro Diliberto e Rizzo – prosegue Berardi – che cantavano “10, 100, 1000 Nassirya”. Io li ho denunciati, ma la mia pratica è stata insabbiata, tanto che in questi giorni il mio avvocato è stato a sua volta denunciato, hanno chiesto 1 milione di euro di risarcimento. Non se la sono presi con me per non macchiarsi l’immagine». «Anche la denuncia che ho fatto contro la Baraldini è ancora bloccata – aggiunge – lei che ha avuto un posto di lavoro al Comune di Roma mentre io all’epoca ero disoccupato. Noi vittime del terrorismo siamo emarginati, veniamo dopo gli extracomunitari. Quando arrestano qualche scippatore o assassino intervengono subito i rappresentanti comunali, gli assistenti sociali, per salvare le famiglie dei detenuti con sussidi, gli psicologi. Sulle vittime del terrorismo non interviene nessuno».
Sono d’ accordo.
In Italia non c’è certezza della pena ed in particolare per i terroristi o0 comunque per i reati politici.
Che ne è delle famiglie di poliziotti, carabinieri, forze dell’ ordine in generale e semplici cittadini vittime di chi si credeva nel giusto ammazando come volgari assasini in nome di un ideale diverso?
Di Diliberto, poi……
Senza contare gli ex terroristi al governo, Ferrero che non indossa l’unico rosso a lui più congeniale: quello della vergogna per aver nominato una ex terrorista a coordinare una consulta ministeriale quando per legge è vietato! E’ mai possibile che in quiesto Paese la storia debba essere raccontata e scritta dai carnefici?
Non bisogna lasciarsi scoraggiare. L’Italia è ancora intossicata dai veleni e dall’odio seminato dai “magnifici anni del ‘68″ ragion per cui la cura per riportare il senso dello Stato ad ogni livello sarà lunga e difficile. Non bisogna lasciarsi scoraggiare e soprattutto non contrapporre il trattamento riservato agli assassini rispetto a quello riservato alle vittime. E’ sbagliato: è come dar loro ua sorta di riconoscimento. Sono stati e restano assassini.
Le vittime hanno una dimensione morale che a loro non appartiene. E’moralmente sbagliato ogni accostamento tra le due categorie.
E’ difficile da sopportare ma io sono convinto che fino a quando rimarrà anche una sola persona a tenere fermo e saldo il testimone di una civiltà che ora appare smarrita e confusa la barbarie alla fine sarà definitivamente sconfitta.
Piero Mazzola
Grazie Piero Mazzola….per le tue parole, perchè non sono solo parole, perchè hanno un significato, un peso, un’incisione che altre parole dette da altri non hanno! Grazie per la grande dignità dell’assordante silenzio in cui per molti anni sei stato relegato! E grazie perchè sei stato e sei un esempio con la tua famiglia, di cosa vuol dire essere veri rivoluzionari, senza se e senza ma!
Per rispondere al titolo del tuo articolo, credo il vero sconfitto sia lo Stato. E che dire di uno Stato che non è in grado di farsi rispettare ? Belle le parole dell’intervento precedente, certo è sempre più difficile vederle concretizzate nella nostra società e a lungo andare, se la rotta non verrà invertita da provvedimenti concreti, anche le persone meglio intenzionate dovranno rassegnarsi.